Sul sesso dei vini, come su quello degli angeli, si è instancabilmente discusso. In quanto a barbera, gli esperti dicono più spesso la barbera, così come per un altro celebre vino, la bonarda. Gli scrittori famosi oscillano. Il Carducci produce questi versucoli: “Generosa barbera. / Bevendola ci pare / d’essere soli in mare / sfidanti una bufera”. Emilio De Marchi, milanese, invece lo declina al maschile: “Dopo avere allungato il barbera con due grosse lagrime, alzò il bicchiere e lo vuotò d’un fiato”. Gaber non si sbilancia: “Barbera e champagne / insieme beviam...” e non ci fa capire le sue intenzioni sul sesso del nostro vino. C’è poi il noto verso pascoliano: “Serba la tua purpurea barbera...”, femminilissima.