Il nostro piccolo museo
Il collezionismo è radicato nel dna della famiglia Civardi. “Non buttarlo via, può sempre servire” è una frase che ci caratterizza. Raccogliere, catalogare, ricordare e raccontare chi siamo attraverso chi eravamo è il nostro modo di esprimerci. Sarà per questo motivo che, nel momento di totale caos mondiale da pandemia da coronavirus, abbiamo fatto ordine là dove si poteva, dando luce a questo piccolo museo di attrezzi provenienti da antichi mestieri utilizzati nelle nostre campagne nella prima metà del secolo scorso.
Ogni pezzo racconta il lavoro agricolo, la vita familiare e gli antichi mestieri, patrimonio di una società ormai scomparsa. L’esposizione è articolata in tre pareti che ricostruiscono il lavoro in cantina, la vita familiare, le attività artigianali e agricole che caratterizzavano la società piacentina contadina con le sue tradizioni, le sue fatiche e i suoi valori. Strumenti in legno, ferro, a volte stagno e niente altro. Nessuna batteria, nessun gasolio. Solo tanta buona volontà e collaborazione. Esatto: collaborazione.
- Rônca: piccolo maraccio innestato su un lungo palo per tagliare i pampini dei tralci alti
- Crivé: durante la svinatura serve a fermare eventuale bucce che possono scendere con il vino
- Sesulâ: paletta in legno a manico corto per raccogliere fecce, vinacce o rimasugli di vino dal fondo dei tini
- Piriö: imbuto
- Bufëtt: piccolo mantice a mano per solforare le viti.
- Cudàr: corno di bue contentente la Cuda (cote, pietra naturale con cui si affilava la felce) e l’acqua. Veniva portato alla cintola dal falciatore.
- Lümëi: porta candela da cantina
- Martlüla: piccola incudine portatile a forma di grosso chiodo, serviva per battere e affilare le falci.
- Pe ‘d fèr: attrezzo in ferro che applicato alla scarpa con cinghie serviva a piantare i pali delle vigne, agendo sul palo col peso del corpo.
- Martlüla francese: piccola incudine portatile a forma di grosso chiodo, serviva per battere e affilare le falci.
- Cric: sorta di rubinetto in legno da applicare alla botte
- Masö: mazzuolo, martello di legno a doppia faccia tonda usato per battere cocchiume o la canna delle botti.
- Cànâ: cannella, tubo di legno curvo all’estremità distale: viene inserito nella botte al momento della svinatura e tappato con stoppa pressata, la quale si toglie e si rimette ogni volta che si preleva vino.
- Cadeina da fög: catena del fuoco o del camino
- Schisa nuž: schiaccianoci
- Sisureina: forbicina
- Tàsa ‘d l’acqua: sorta di mestolo in rame stagnato che stava appesa al secchio dell’acqua
- Tustacafé: tostacaffè da camino con un lungo manico a manovella per farlo ruotare
- Ticcia: teglia da cucina per cuocere torte
- Fuglareina: scaldino, vaso di terracotta o rame nel quale si mette brace ardente per scaldarsi mani e piedi
- Tripè: treppiede in ferro per tenere in caldo pentole vicino al fuoco del camino
- Cücciär ‘d legn: cucchiaio di legno
- Gavärd: paletta di ferro, arnese da cucina o da caminetto
- Rampein: rampino ferro fatto a uncino
- Muiëta: arnese per attizzare il fuoco
- Tustacafé: tostacaffè da stufa fatto come una padella col coperchio sul quale era fissata la manovella per muovere i chicchi di caffè all’interno. Più spesso del caffè si tostavano cicoria e orzo.
- Stadera o Balanza a man: strumento. Per pesare di varie strutture ormai in disuso
- Tnaja: tenaglia, si usava per tagliare il. Filo di ferro dei vigneti o. per fare piccole riparazioni a base di filo di ferro
- Maràsa: roncola, marraccio
- Furcä ad barbein: forca per estrarre barbabietole
- Cars: zeppa in legno o cuneo che serviva a rincalzare un mobile, turare alla meglio un buco o surrogare qualche parte mancante.
- Âmsurö e âmsurëi: falcetto; si usava per tagliare l’erba sui sentieri delle vigne
- Rësgô: grossa sega a lama libera per fare assi. Per usarla occorrevano due o tre persone
- Ärgan: verricello, argano. Macchina che serviva a movimentare pesi tramite l’utilizzo di fune o catena
- Lücerna a petroli: lampada a petrolio
- Luv: strumento con uncini per ripescare le secchie cadute nel pozzo
- Màsa: mazza di legno molto duro, rinforzata alla battuta da due piccoli cerchi di ferro. Si usava per spaccare grossi ciocchi di legno da ardere
- Burchëtâ: attrezzo a forma di T per mettere a dimora i vitigni
- Lima da ferr: utensile meccanico per limare il ferro
- Rësga: sega da legno a mano
- Rësgô: grossa sega a lama libera per fare assi. Per usarla occorrevano due o tre persone
- Rësghëj: seghetto da potatore